Jobs e il Think Different

Ci sono avvenimenti, oggi molto più di qualche anno fa, che sembrano attirare l'attenzione del mondo. Di quello digitale almeno. Sembra, che tutti siano fermi ad aspettare che accada qualcosa per parlare solo e soltanto di quello. La scomparsa di qualcuno è forse, tra gli eventi più chiacchierati, quello che desta la maggiore sensazione in ognuno di noi.

Il 6 Ottobre, ieri, sarà una di quelle date consacrate alla storia da un avvenimento di questo tipo: la morte di Steve Jobs. Inutile aggiungere parole per riassumere chi sia stato e per cosa sarà ricordato questo personaggio. Basta quel collegamento a wikipedia della riga sopra per portarsi tecnicamente in pari con la storia della sua vita e, da qualche tempo, anche la storia clinica che ha portato alla sua scomparsa.

Per tutto il resto: sentimentalismi, citazioni, frasi ad effetto e pensieri banali basta aprire Facebook o Twitter e iniziare a scorrere gli aggiornamenti dei propri contatti.

Appunto, sembra che tutti stiano aspettando la perdita definitiva di qualcuno (celebre o non) per santificarne le azioni e i pensieri, per ripetersi: ci ha insegnato a essere migliori. Ma è come il Natale, poi passa e le promesse di essere più buoni si dissolvono.
Leggendo i pensieri pubblici degli altri ho spesso un senso di rabbia. E non so se sia invidia per quello che loro, i deceduti, sono stati in grado di suscitare in modo più esteso e intimo di quello che sarei in grado di fare io, o se insieme a quella (che pure inevitabilmente c'è), ci sia anche la constatazione di quanto i loro messaggi più importanti galleggino nell'area e nella testa di gran parte delle persone senza mai, però, influenzarle davvero.

In quanti sono in grado di interpretare e tradurre lo "stay hungry, stay foolish"? In quanti l'inseguire qualcosa con tutto quello che si ha dentro? Pochi. Pochissimi. Lo zero virgola super-pochissimo per cento. E forse nessuno di loro copierà le citazioni di Jobs, le riprese delle sue memorabili apparizioni pubbliche sul proprio profilo Facebook.

Questo post forse c'entra poco con la "mission" di questo blog. O forse no perchè in fondo c'entra con quello che penso sulle leve di marketing che destano l'attenzione delle masse. In fondo tutti desideriamo le stesso cose, in generale, a livello macro. Il problema non è tanto la demagogia e il qualunquismo di certe affermazioni quanto che a chi non ha la forza o gli strumenti per raggiungerle resta soltanto il retweet. E resta la fregatura di una vita senza troppi alti.

"Cliccate meno e sforzatevi di più". (questa è mia, non di Jobs)

Un video stravisto lo copio anch'io però, perchè alla fine quest'uomo merita che mi tolga il cappello e metta da parte per un momento il mio superego dedicandogli un breve ma sentito: grazie. Perchè anche a me un po' piace cascarci e credere che sia possibile. Tutto.

btemplates

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io, spesso "Leggendo i pensieri pubblici degli altri ho spesso un senso di rabbia" perchè non sopporto le persone che si lamentano senza portare soluzioni, e ahimè ne siamo pieni
Personalmente ho deciso che ogni mattina mi alzo e inseguo i miei valori, voglio essere una persona onesta che ama il suo lavoro, l'italia, i suoi amici, la sua famiglia, gli animali, il mio fidanzato, i colleghi e ti assicuro che è talmente difficile che spesso penso "morirò sola", poi mi consolo e aggiungo "ma onesta e felice".
Ti assicuro che non è facile combattere ogni giorno, anche quando vuoi fare una fottuta partita a tennis e ti tocca litigare per avere una ricevuta...ma io non mollerò mai! (questo se vuoi scrivimelo sulla tomba senza farmi passare da una chiesa)
Per ritornare al fatto di attualità di ieri, SJ, personalmente ho postato due frasi su due canali diversi perchè appartengono ai mie valori, molto semplice.
E qui vi lascio...ma "promettetemi che prima di fare un'azione vi chiederete cos'e' un essere umano' cit. Pietro Ingrao
tua valentina.calaminici@gmail.com

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