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[INFOGRAPHIC] I migliori canali Social dei Brand Moda Lusso

In questa infografica Unmetric confronta i brand top del settore Moda Lusso in quanto a performance quali-quantitative dei canali social.
Diversi i parametri per valutare i brand, dal banale numero di fan/follower/subscriber alla percentuale di engagement e ai tempi di risposta del agli utenti. Insomma un analisi accurata dalla quale emerge come success story social quella di DIOR che si piazza alla grande nella chart generale di Facebook (al terzo posto), Twitter (al primo) e You Tube (al primo sia per numero totale di views che di iscritti al canale e di Viralità dei video), Engagement Rate Facebook (al secondo posto).
Quelli di Dior appaiono nel settore dei maestri da imitare e da cui imparare soprattutto in ambito Video con un canale sempre molto aggiornato con contenuti spesso semplici dal punto di vista creativo ma sempre molto curati ed evocativi lato regia e fotografia.

Non di solo Dior vive il lusso ovviamente con grandi esempi di performance social che arrivano anche da: Luis Vuitton, marchio con il miglior Facebook Engagement e Burberry che storicamente è uno dei brand più presenti ed efficaci in quest'ambito.
Infine interessante il grafico sulla Content Strategy che premia come contenuto con il maggior interesse suscitato quello riguardante le nuove collezioni ma che mostra come siano davvero tanti gli spunti che i marchi propongano ai propri fan: dai post di prodotto (contenuto con il maggior numero di post) alle domande rivolte ai fan, dale campagne pubblicitarie ai contest passando per la CSR, gli eventi e il coinvolgimento di testimonial famosi.

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[INFOGRAPHIC] 2012, un anno di Social Media

L'arrivo di Pinterest, il dominio di Facebook su G+ e il suo flop in borsa, l'acquisto di Instagram e il suo boom di utenti, il successo dei Tweet televisivi e del profilo del Papa, la conferma di LinkedIn, il tormentone del GanGnam Style... Per chi quest'anno si fosse perso qualcosa o per chi ha la memoria breve ecco un'infografica che riassume mese per mese tutti i principali avvenimenti del mondo "Social" del 2012. Una rapida carrellata utile a capire quali trend sono stati cavalcati con successo e a ipotizzare le nuove derive digitali del 2013. 
Noi siamo pronti a iniziare il nuovo calendario. Dal muro però non toglieremo questo, guardarsi alle spalle aiuta a scegliere meglio.

E con questo auguro a lettori affezionati e casuali inciampatori di google SERP un BUON ANNO! 



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[CHRISTMAS] Buon Natale e Buon 2013. Auguri a Fumetti!

Sottotitolo... quest'anno sono allergico ai biglietti e alle mail d'auguri con l'edera, l'albero di natale o la scatola con il fiocco rosso sopra.
Ci leggiamo su questi schermi nei prossimi giorni. Intanto non mangiate troppo o perlomeno premunitevi di digestivo adeguato.
BUON NATALE.


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[MAYA] 10 Motivi per cui il Mondo non finirà il 21 Dicembre

Visto che secondo qualcuno domani potremmo non esserci più a causa della fine del mondo troverei un senso di equilibrio e giustezza a tutta la mia vita nello scrivere un ultimo post su questo blog.
Voglio farlo nel modo più efficace con cui riesco ad esprimere la mia intelligenza: Cazzeggiando!
Ed ecco che dopo un'accurata analisi di Marketing sono arrivato alla conclusione che un post con un titolo e un contento come quello che state leggendo non solo mi posizionerà in maniera vincente a livello SEO ma mi permetterà di fare bella figura con tutti.
Perchè bella figura? Beh, se ho ragione, domani tutti diranno: Vins aveva capito prima (dichiarandolo senza paura di smentita) che il mondo non sarebbe finito. Se invece avessi torto.. beh, chi vuoi che venga a dirmi che sono stato troppo sicuro di me, saremmo tutti morti...

Dopo le doverose premesse che ci tenevo a fare per onestà individuale e dovere metodologico ecco i 10 Motivi per cui il mondo non finirà domani, 21 Dicembre.

#1. Devo ancora vedere le ultime 8 puntate di LOST.

#2. Ligabue deve incassare i diritti SIAE di "A Che Ora è la fine del Mondo" che in questi giorni, "stranamente", è la canzone più passata in radio (fatto salvo per RadioMaria). Altrimenti che l'ha scritta a fare se poi il mondo finiva davvero? (Vale lo stesso per la versione originale dei REM).
Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#2. Ligabue deve ritirare i diritti SIAE di "A Che Ora è la fine del Mondo" che in questi giorni "stranamente" è la canzone più passata in radio (fatto salvo per RadioMaria). Altrimenti che l'ha scritta a fare se poi il mondo finiva? (Vale lo stesso per la versione originale dei REM).

#3. Babbo Natale non lo permetterebbe. Da bravo sindacalista di Sinistra qual è difenderebbe con tutti i suoi superpoteri il suo diritto al Lavoro nell'unico giorno dell'anno in cui si degna di fare qualcosa.

#4. La Juve sta trattando per sta minGhia di TOP PLAYER... è una vita che l'aspettiamo, se la dirigenza si è mossa ora deve aver valutato bene ogni evenienza scartando quella della catastrofe. E io di Marotta mi Fido!
Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#4. La Juve sta trattando per sta minGhia di TOP PLAYER... è una vita che l'aspettiamo, se la dirigenza si è mossa ora deve aver valutato bene ogni evenienza scartando quella della catastrofe. E io di Marotta mi Fido!
#5. Noi c'abbiamo BRUCE WILLIS!
Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#5. Noi c'abbiamo BRUCE WILLIS!
#6. Perché c'è gente (non so chi) che ha risposto correttamente ai QUIZ di LOGICA del concorso Insegnanti. Non possiamo pensare che quei geni non trovino una soluzione a qualsivoglia problema.
Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#6. Perché c'è gente (non so chi) che ha risposto correttamente ai QUIZ di LOGICA del concorso Insegnanti. Non possiamo pensare che quei geni non trovino una soluzione a qualsivoglia problema.
#7. Perché in fondo, se questi Maya avessero davvero visto nel futuro credete che si sarebbero fatti fregare dai fratelli scemi di Zorro?
Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#7. Perché in fondo, se questi Maya avessero davvero visto nel futuro credete che si sarebbero fatti fregare dai fratelli scemi di Zorro?
#8. Perché non è che possiamo credere a tutto quello che ci dicono, sennò finisce pure che Berlusconi vince le elezioni e toglie L'IMU. Oh, to guarda, un asino che vola..


#9. Perché il meteo di Sabato 22 dà Sole... mica: NULLA!


#9.b. Perché col cazzo arrivo al punto #10 prima di essere certamente in salvo. Ci vediamo dall'altra parte della fine del mondo. Fate il tifo!

Foto: 10 MOTIVI PER CUI IL MONDO NON FINIRA' DOMANI. 
#9.b. Perché col cazzo arrivo al punto #10 prima di essere certamente in salvo. Ci vediamo dall'altra parte della fine del mondo. Fate il tifo!

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[VIRAL] 5 video su cui prima o poi cliccherete questo mese

E' il penultimo venerdì prima di natale, ammettetelo, l'aria di vacanza vi sta invadendo il cuore (mentre quella gelida si occupa del resto del vostro corpo). Giubilate, ridete e riscaldatevi con i 5 video che prima o poi sarebbero finiti nei vostri feed reader, nella vostra bacheca facebook o nella vostra casella mail. Tanto vale vi facciate trovare preparati.

#1. Maurizio Crozza a Ballarò
Il comico ligure dimostra che avevano ragione quelli di Man in Black



#2. Gangnam Style in bresicano
Il successo planetario sbarca a Brescia e diventa Pota l'gà i Gambai! Cercasi traduttori madrelingua.



#3. Le avventure di #Bellodemamma
Consigli culinari della mamma per conquistare l'Americana.. La famiglia t'aiuta sampre.



#4. La sfida tra Mosè e Babbonatale
Una "pacifica" battaglia Rap tra due titani della storia. Da non perdere anche gli scontri epici come quelli tra Batman e Sharlock Holmes o tra Hitler e Darth Vader. Una serie di match infinita. Per amanti del genere (rap-demenziale).



#5. Le scorregge di Frank Matano
La risata su questo pezzo di repertorio trash, per quanto banale, è sempre virale... (oltre un milione di visualizzazioni in 5 giorni) Tappatevi il naso e cliccate play.

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[VIDEO] I 10 migliori Spot del 2012


Fine anno tempo di bilanci, classifiche, liste dei buoni e dei cattivi. Inizio con qualcosa da club dei Pubblivori, inzio condividendo la lista dei 10 migliori spot dell'anno eletti da
AD Week. Spero siano ispirazione per tutti i creativi, online e tradizionali sempre che ancora ci sia qualcuno che si dichiara tale (sta diventando un po' come con la politica che nessuno ammette di votare Berlusconi, nessuno ammette di essere 1.0).
Lasciate tra parentesi le digressioni  ecco la chart in un conto alla rovescia verso il podio. Buona visione!


#10.
Carlton Draught, "Beer Chase"
Agency: Clemenger BBDO, Melbourne, Australia
Director: Steve Ayson, The Sweet Shop


#09
Axe, "Susan Glenn"
Agency: BBH, New York
Director: Ringan Ledwidge, Rattling Stick

#08
Procter & Gamble, "Best Job"
Agency: Wieden + Kennedy, Portland, Ore.
Director: Alejandro González Iñárritu,
Anonymous Content

#07
Chrysler, "It's Halftime in America"
Agency: Wieden + Kennedy, Portland, Ore.
Director: David Gordon Green, Chelsea Pictures

#06
Red Bull, "Red Bull Stratos"
Partners: Riedel Communications,
FlightLine Films

#05
Old Milwaukee, "Field Cut Off"
Director: Jake Szymanski
Production Company: Gifted Youth

#04
DirecTV, "Charlie Sheen"
Agency: Grey, New York
Director: Tom Kuntz, MJZ

#03
Widerøe Airlines, "Grandpa's Magic Trick"
Agency: McCann, Oslo, Norway
Director: Marius Holst, 4½

#02
Nike, "Jogger"
Agency: Wieden + Kennedy, Portland, Ore.
Director: Lance Acord, Park Pictures

#01
The Guardian, "Three Little Pigs"
Agency: BBH, London
Director: Ringan Ledwidge, Rattling Stick

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[TOP TEN] I 10 incubi (+10) dell'Addetto Stampa

"Forse non tutti sanno che..." ho iniziato questo lavoro occupandomi soprattuto di Ufficio Stampa. Negli anni molte cose sono cambiate fino a spostare skill e tempi professionali sempre più dalla comunicazione al marketing e sempre più dai mezzi tradizionali a quelli digitali. Per necessità o per opportunità ancora oggi periodicamente mi ritrovo a gestire le mie vecchie attività, dalla stesura di comunicati stampa e mailing list all'organizzazione di eventi stampa. E' in quei momenti che come in un revival ritrovo i cosiddetti "incubi del PR".

Per fortuna oggi riesco ad affrontarli senza patemi d'animo ma ricordo come fosse ieri i sudori freddi degli inizi di fronte a queste 10 classiche situazioni. Dedico dunque questo post e tutta la mia solidarietà a chi, anche oggi con il boomm del Social Media Marketing, decide di entrare nel mondo della comunicazione per la porta delle Relazioni Pubbliche.

Ci entra e poi gli capita di...:

  1. Inviare un comunicato alla Mailing List Sbagliata 
  2. Il migliore articolo piazzato su una testata viene vanificato dall'arrivo di una notizia dell'ultimo minuto.
  3. Un comunicato stampa contiene un errore nel nome del CEO oppure hai gli URL disattivati.
  4. Svegliarsi e trovare una Cover Story in cui sono presenti tutti i propri concorrenti tranne te
  5. Una crisi improvvisa ha bisogno di comunicazione a supporto e non si ha nessuna strategia pronta.  
  6. Nessuna presenza alla propria conferenza stampa o evento costruito per attrarre i media. 
  7. Pubblicare involontariamente un tweet personale sul profilo aziendale. 
  8. Perdere il cellulare o la chiavetta Internet e non avere accesso in rete per un giorno.
  9. Un costosa trovata pubblicitaria non produce nessuna copertura media 
  10. Gli indirizzi trascritti per un media tour sono errati e il vostro spokeperson sarà in ritardo ad ogni incontro.

Ma gli incubi, si sa, non finiscono mai soprattutto nel periodo di Halloween per cui al decalogo evergreen aggiungo altre 10 "orribili" situazioni.
  1. Il telefono squilla alle 18.00, è il cliente che chiede un comunicato da inviare entro sera
  2. Bisogna stampare 100 cartelline stampa piene zeppe di comunicati e la stampante è rotta
  3. Occorre masterizzare 100 cd / o copiare la cartella digitale in 100 Pen Drive e nessun collega può darti una mano
  4. Uno dei principali quotidiani nazionali vuole intervistare il CEO lui risulta irreperibile sia al telefono che via mail
  5. E' il 31 del mese, hai appena numerato, stampato e rilegato la Rassegna Stampa mensile da consegnare al cliente e scopri che è uscito un articolo importante che non c'è in rassegna
  6. Durante un evento stampa con presentazione di slide in power point il PC che avete portato ha la batteria scarica e non c'è tempo per ricaricarla
  7. Ad un evento partecipano molti giornalisti ma la copertura media è vicina allo zero
  8. Spedite un comunicato ai principali giornalisti di settore e per sbaglio mettete tutti i nomi in copia visibile
  9. Durante un recall chiamate lo stesso giornalista già chiamato da un vostro collega (senza che vi abbia aggiornato) e vi prendete un cazziatone per "spam" telefonico
  10. Volete inoltrare a un collega una mail antipatica di un cliente commentando su quanto sia stato stronzo e anzichè cliccare su "Inoltra" cliccate "Rispondi". 


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[DATI] Pinterest in Italia. Update Novembre 2012. E' meglio Instagram?

E' passato un anno dal boom di Pinterest e dai picchi di notizie, post e commenti che hanno mobilitato tutto il mondo dei Digital Market. Tutti in cerca del killer social network da proporre ai clienti.
Già a Marzo mi chiedevo se valesse la pena inserire Pinterest nella propria strategia di Social Media Marketing. Allora i dati sul mercato italiano mostrava una base utenti ancora poco matura numericamente (240 mila/mese) ma il nuovo social network lasciava intravedere buone potenzialità come strumento di analisi del marcato, un vero specchio degli interessi degli utenti per quanto riguarda: settori, prodotti, stili di comunicazione (soprattutto Visual). Due mesi dopo, a Maggio, gli utenti erano cresciuti fino a raggiungere una quota stimata di 360 mila visitatori al mese (fonte Google AdPlanner). Ancora troppo pochi però per suggerire investimenti di tempo ai clienti.

Intanto il tempo passa e Pinterst continua la sua ascesa, sicurmente meno rapida che nel paese d'origine (gli Usa) ma costante. E' di qualche giorno fa la notizia dell'ingresso del Social Network delle puntine nella Top 50 ComScore dei siti più visitati negli Stati Uniti con oltre 25 milioni di utenti. In Italia siamo molto indietro, le stime parlano di un numero vicino ai 500 mila visitatori. Se si pensa che per altri social network come Twitter, Linked In e Google+ parliamo di numeri variabili tra i 2 milioni e mezzo e i 3 milioni e 600 mila visitatori mensili appare utile piuttosto di disperdere tempo su un nuovo canale, per quanto affascinante, concentrarsi meglio su quelli già esistenti con più alto potenziale di pubblici.

Qualche cliente obietterà: "Ma tutti ne parlano e poi il mio brand ha una grande quantità di materiale visual e vorrei sfruttarlo su piattaforme verticali". Benissimo, proviamo a fare un Benchmarking sulle 3 piattaforme con caratteristiche social più utilizziate in ambito fotografico: Pinterest, Flickr e Instagram.
Mentre Flickr (75° nel rank Alexa) e Pinterest (92° nel rank Alexa) riscuotono un interesse pressochè costante nell'arco dell'anno vediamo come da aprile, data dell'acquisizione da parte di Facebook, Instagram (133° nel rank Alexa pur non offrendo una versione desktop) balza in testa alle preferenze degli Italiani. Questo è solo il primo dei diversi motivi per cui Instagram appare più indicato di Pinterst all'inserimento fra i touch point del brand. Trattandosi di uno strumento Social quasi esclusivamente Mobile (rispetto a Pinterest che esprime il suo meglio nella versione desktop) Instagram rappresenta anche un modo per diversificare in maniera multicanale l'approccio al cliente. Ultimo fattore a far pendere l'ago della bilancia versi il tool per la produzione di foto vintage è la presenza in Italia di tutta una serie di community geolocalizzate, piccole ma attivissime, i cosiddetti: Instagramers che possono essere coinvolti con successo in iniziative creative brandizzate.

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[CHRISTMAS MARKETING] Analizzare i Trend dello Shopping Natalizio per pianificare le proprie campagne

Inizia novembre e oltre alla festa di Halloween, alle castagne al forno e alla caduta dei capelli ci troviamo come ogni anno ad affrontare il grande quesito: I REGALI DI NATALE.
Se da una parte, da consumatore, ognuno percorre le strade più o meno elaborate o precise per arrivare alla scelta dei regali da fare, dall'altra, da professionisti del marketing, si cerca di rendere la strada meno improvvisata possibile.

Parlo chiaramente di programmare al meglio il timing e le percentuali di spesa per settimana delle proprie campagne sia Online che Offline. Anche se in questo caso i dati sono riferiti al mercato statunitense ecco un'indicazione iniziale (spero di trovarne altre) che ho trovato molto utile per decidere come allocare il budget a disposizione. 

Nei primi dati vediamo la distribuzione basata sulle risposte alla domanda "Quando inizia lo shopping natalizio?". Il picco evidente è nel mese di Novembre per cui la prima indicazione sicuramente è quella di farsi trovare durante il mese. E fin qua... tutto come previsto. Risulta meno banale il fatto che gli Early Bird Shopper, coloro che per primi approcciono lo shopping per le vacanze, appaiano numerosi nel mese di Ottobre (22,1% secondi i dati BIGinsight).

Secondo i dati  LivePerson addirittura il 29%, più di un quarto degli Shoppers, pianifica i suoi regali ancora prima di Ottobre.

A completare coerentemente il quadro ci sono i dati che mostrano la ripartizione delle campagne di marketing dei Retailer Online statunitensi. La maggior parte dei lanci avviene verso la fine di Ottobre ma c'è ben il 38,5% che occupa il periodo precedente. Se andiamo indietro di qualche anno la percentuale di venditori online che iniziavano le proprie campagne prima della fine di ottobre arrivava al 40,3% (dato 2009).
Insomma sembrerebbe non essere (quasi) mai troppo presto per far partire alcune iniziative con la keyword "Natale" a fare da driver. Chiaramente mai esagerare e per avere una controprova ha senso consultare i dati sulle ricerche, questa volta Italiane, su combinazioni di parole come: "idee regali natale". Le indicazioni del 2011 in questo caso coincidono con il timing dei lanci che abbiamo visto precedentemente un po' meno con le indicazioni generali viste in apertura di post in cui diversi utenti sembrano partire nella loro ricerca addirittura a settembre. 
Sembra logico concludere che nonostante ci sia una mobilitazione generale già prima della seconda metà di ottobre per quanto riguarda le campagne che muovono i propri passi esclusivamente online non valga la pena disperdere una percentuale eccessiva prima dell'inizio di Novembre. Addirittura i dati italiani suggeriscono di attivare la spinta maggiore solo dopo la prima settimana di novembre. Non fatevi dunque prendere dall'ansia da risultato, è importante essere competitivi nel periodo in cui si concentrano sia la domanda che l'esigenza di acquisto. Farsi trovare prima potrebbe essere più semplice ma magari inutile ai fini dell'acquisto (avendo tempi larghi molti inizieranno a informarsi con l'intenzione di confrontare con calma prezzi e prodotto) e sicuramente i volumi prodotti sarebbero esigui rispetto all'investimento.
Di seguito la classifica ComScore con l'andamento delle vendite degli ultimi 5 anni nelle 8 settimane prima di natale (più quella successiva). Valutate voi a questo punto come dividere in modo sensato il vostro investimento.
Mettendo insieme i pezzi personalmente consiglierei di:

  • iniziare le campagne promozionali online dedicate la natale tra il 28 Ottobre e il 2 Novembre
  • distribuire in maniera equa fino al 14 novembre (15 giorni) il 15% del budget disponibile
  • dal 14 novembre fino alla prima decina di dicembre (25 giorni) spendere il 40% della cifra stanziata
  • tenervi un buon 40% del budget da esplodere tra l'11 e il 20 Dicembre (10 Giorni).
  • spendere il restante 5% tra il 21 e il 26 (7 giorni)
AVVERTENZE: Naturalmente state attenti a valutare questi consigli adattandoli al vostro business. Se vendete viaggi non sarebbe consigliata la stessa concentrazione che se commercializzate lettori mp3 o piccola oggettistica  da regalo. Stesso discorso per chi vuole portare utenti in un negozio fisico (e può farlo fino al giorno di natale) rispetto che su un e-commerce in caso si commercializzino prodotti fisici bisognerà considerare i tempi di consegna della merce come vincolo all'acquisto. In quest'ultimo caso il consiglio è: organizzatevi per fornire la consegna garantita in 24h (magari pagando una piccola sovrattassa) che vi permetterebbe di spingere il vostro business fino al giorno di natale facendoci una campagna che sottolinea questo aspetto. Sareste una manna dal cielo per tutti il LastMinute Buyer.


Chiudo con una nota "stonata" sui risultati da attendersi in termini di vendite nel 2012. Beh, in tempo di crisi, sembrano essere al ribasso rispetto all'anno scorso. Forse proprio per questo è bene non sperperare il budget destinato alla promozione: PIANIFICATE.

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[BAD PRACTICE] Un Follower non è un Fan. Il caso Twitter di Job24

C'è una cosa che da sempre cerchiamo di illustrare ai Brand che scelgono di aprirsi al mondo Social: Essere social significa cambiare prospettiva rispetto alle attività di comunicazione/promozione. Usiamo parole come: trasparenza, comunicazione bidirezionale (o meglio relazione), rispetto delle opinioni, apertura alle critiche, etc..

Insomma stressiamo al massimo il punto secondo cui non si possono utilizzare canali Social con un'idea tradizionale di comunicazione che va da uno (l'azienda) a molti (i consumatori). Lo facciamo per non trovarci in poco meno di mezzo secondo dall'apertura di Pagine Facebook o profili Twitter in bufere mediatiche che l'Uragano Sandy in confronto sembra una brezza.

Ecco, noi, i consulenti/comunicatori da una parte e loro, le aziende, dall'altro.
Ma cosa succede quando a usare i social è un professionista dell'Informazione? Ci si aspetta che, al pari di un consulente conosca il mezzo che utilizza e le logiche che lo governano. Ci si aspetta che lui per primo contribuisca a un'evoluzione positiva e a una diffusione delle potenzialità dello stesso. Insomma, nel peggiore dei casi si può ammettere un uso standard del mezzo che magari per mancanza di tempo viene  interpretato come strumento per un'allargamento del pubblico piuttosto che come un luogo in cui poter imparare e arricchire i contenuti dell'informazione diffusa.

Ci si aspetta tutto tranne di assistere a una zuffa digitale (seppure con qualche tono sarcastico e citazioni di livello). E' quello che è successo ieri sul profilo Twitter di @Job24 de Il Sole 24 Ore di cui la giornalista social oriented scivola inizialmente in critiche a un utente che cita l'account del Sole in un suo Tweet e poi persevera nell'errore trasformando un dialogo che potrebbe essere costruttivo e mostrare l'apertura di una delle prime testate nazionali in un esempio di quello che non bisognerebbe mai fare online.

Un riassunto di quello che è successo in un minuto di slide Storify:


In seguito online si è scatenato un tormentone fatto di citazioni più o meno cortesi, ironiche, paradossali, fatto di post, articoli con un esercito di analisti scatenati contro la faccia social del Sole.


Mi verrebbe da minimizzare. Sappiamo che su Twitter è complicato riassumere tutte le sfumature di un messaggio in 140 caratteri, è impossibile fare lunghe premesse e mettere le mani avanti, è difficile esprimere critiche mostrandosi comunque aperto alle contro-critiche, e via dicendo. Ma forse proprio per questo è fondamentale fare tesoro di casi come questo (e non è il primo) per pensarci su 10 volte prima di ribattere in maniera troppo forte e decisa a un'eventuale critica. Altro insegnamento: non è importante chi ha più follower quanto (proprio in relazione dei tanti follower) la numerosità del pubblico che assiste a una conversazione. Follower non è sinonimo di FAN (per quanto a molti sembri così) ma solo di qualcuno che è interessato a leggere i miei contenuti e se faccio scivoloni è il primo a notarli e a espanderne la portata. Un follower, se mal gestito, diventa cassa di risonanza e non avvocato difensore.

Signori, l'udienza è tolta. Almeno per oggi.

(p.s.: Ringrazio la mia amica Giulia per la segnalazione del caso. Non vorrei finisse che mi insulta su Twitter e sarei costretto, secondo le "Teorie Predicate", a rispondere in modo conciliante)

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[ADVERTISING] 5 chiarimenti sulla relazione tra Adv online e Conversioni.

Attualmente sto lavorando molto alla gestione di budget pubblicitari di medio - piccolo valore da spendere online. Dal lavoro day-by-day emergono diverse riflessioni riguardo come presentare ai clienti nel modo più corretto possibile la relazione tra investimento in ADV online che gli stiamo proponendo e conversioni attese.

Negli ultimi 12 mesi è cresciuto in modo rilevante il numero delle piccole realtà (esercizi commerciali, PMI, liberi professionisti) che ha deciso di investire su due grandi canali: Facebook Adv e Google Adwords. Questo è da una parte il segno di una maggiore consapevolezza delle potenzialità degli strumenti online per i propri fini di business e dall'altra il segnale che la strada dell'investimento sul web è associata a una versione Low Cost alternativa a investimenti ben più grandi sui canali tradizionali.

Nel primo caso c'è da essere soddisfatti, nel secondo invece è opportuno lavorare educando clienti e prospect ai reali obiettivi raggiungibili con i piccoli investimenti in attività di Online Advertising e Social. Sintetizzo alcune considerazioni banali solo fino a un certo punto e che fanno la differenza tra consulenza "seria" e consulenza "furba":

#1. La pubblicità online non è tutta uguale. 
Gli annunci nelle reti di ricerca (Adwords) e nei social network (Facebook Ad) hanno diverse performance ma soprattutto diversi scopi.
Qualche mese fa avevo condiviso un'infografica che mostrava le differenze tra Adv Facebook e Google Adwords premiando per performance la seconda tipologia. Questo non vuol dire però che a volte non sia da privilegiare la pubblicità Facebook. Le variabili sono tante.


#2. E' fondamentale capire anche quanto tempo abbiamo per portare risultati per capire se vogliamo Fan o Clienti.
La differenza tra strategia di lungo periodo e strategia a breve termine sposta l'ago della bilancia dal mondo Social a quello dei motori di ricerca. Su Facebook cerchiamo gli utenti in target e li convinciamo di avere qualcosa che interessa o che potrà interessargli anche più in la nel tempo. Per questo sarebbe sbagliato investire in Facebook Adv e poi sospendere la spesa (e in generale l'attività di posting sulla pagina) dopo poco tempo perchè non vediamo una crescita dei clienti generati. Investendo su Google invece semplicemente  ci facciamo trovare da quelle persone che stanno cercando qualcosa che ci riguarda proprio in quel momento per cui se la spesa non genera contatti commerciali entro un mese (tempi di ottimizzazione di una campagna) forse è utile congelare tutto un attivo e riflettere sulla strategia.


#3. E' fondamentale capire quanto è targettizzabile il nostro obiettivo. 
Più è possibile individuare il mondo di passioni ed interessi (soprattutto extra-brand) dei nostri utenti più è consigliabile l'utilizzo di Facebook rispetto a Google.
E' di fine Settembre l'annuncio dell'evoluzione degli annunci Facebook con la nascita di Facebook Exchange, la funzionalità che permette una maggiore targettizzazione real-time nella pubblicazione degli annunci.

#4. L'equivalenza matematica tra soldi investiti e clienti portati PURTROPPO non esiste.
Spesso la domanda tipica del clienti è: "se investo 1000 euro in pubblicità quanti clienti posso aspettarmi?". Per l'investimento Adwords esistono dei valori medi di conversione (differenti a seconda del settore) ma le variabili ad ampliare la forbice tra i Click generati dall'annuncio e le transazioni chiuse sono tantissime. Prima tra tutte: la differenza tra le transazioni che iniziano e finiscono online (i siti di eCommerce) e quelle il cui primo contatto avviene online (verso siti vetrina) ma la transazione si conclude in un luogo fisico. Altra variabile è quella della user experience legata al sito di atterraggio. Se questa è negativa o poco soddisfacente i click generati risulteranno poco utili ai fini della vendita e anche a fronte di buone performance delle campagne le conversioni saranno basse.
Per Facebook invece il tentativo di creare una relazione diretta tra investimento Adv e Lead/Acquisti generati fa un giro ancora più largo passando da strumenti come Social Coupon e successivi rimandi promozionali al sito o al luogo fisico in cui si concretizzerebbe l'acquisto. In questo caso le barriere all'ingresso sono troppe e diventa complesso attribuire il demerito di una percentuale di conversione bassa a un appeal del coupon, del post in bacheca o del prezzo dell'offerta, tutte fasi successive alla conversione del semplice utente in FAN. Insomma Adwords può portare Clienti secondo valori medi ma molto variabili, sulle campagne Facebook più che clienti si generano Fan, ovvero clienti solo in potenza nel lungo periodo.

#5. La tracciabilità delle azioni varia a seconda dello strumento scelto
Ci sono diversi strumenti per dimostrare l'efficacia delle attività Adv, tracciando i vari percorsi dell'utente. La maggior parte sono legati al Google Adwords. Banalmente grazie al collegamento tra Google Analytics e Google Adwords è possibile verificare il percorso all'interno del sito di ogni utente anche a seconda dell'annuncio su cui ha cliccato (es. non è detto che un annuncio con un CTR alto generi visite efficaci nel sito. Magari è troppo generalista e la sua Frequenza di Rimbalzo è molto alta rispetto a quella di annunci con CTR basso ma che genera visite al sito con maggiore permanenza media per utente.
Più complessa è la misurazione del comportamento degli utenti Facebook che potrebbero arrivare al sito attraverso:
- il clic e la stampa di un social coupon (tracciabile).
- il passaparola online (tracciabile ma solo con dei software specifici). Ultimamente Ecce mi sembra uno dei migliori anche se forse troppo costoso per quelle piccole realtà che investono poche centinaia di euro al mese in campagne.
- il passaparola fisico (non tracciabile a meno che non si chieda a tutti i futuri clienti come hanno saputo dell'azienda/prodotto).

CONCLUSIONI.
In base a questi ragionamenti che ritengo fondamentali chiarire con il cliente in fase di pre-vendita è possibile riassumere che nella maggior parte dei casi: Facebook Adv è uno strumento utile a facilitare la creazione di relazioni di medio lungo periodo senza una correlazione diretta tra Fan e Clienti Generati per analizzare la quale servirebbe investire discrete somme in azioni di monitoraggio. Google Adwords è lo strumento migliore per stimolare vendite nel breve termine con la possibilità di tracciare molti elementi con strumenti a costo zero.
In generale quando il budget è piccolo vale la pena rispondere e valutare i 5 punti sopra per decidere come meglio spenderlo senza frammentarlo troppo.

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[APP] Hashtagraphic e la produzione di contenuti social

Io sono tra quelli che mixa rientro morbido e frenesia creativa da cervello riposato. In questi giorni sto collaudando un po' di tool in vista dei nuovi progetti digital in ballo. Ieri è stato il momento della chat social di Branch, oggi invece mi sto concentrando su qualche app che permetta di rispondere immediatamente a quei clienti che sostengono scettici di fronte a una proposta di attività social: "io non ho molto da dire".

Un modo interessante per mostrare quanto sia facile creare contenuto arriva da Hashtagraphic, un'app gratuita che aggrega all'interno di un'infografica i post Twitter e Instagram associati a uno specifico hashtag. L'intuizione è quella utilizzare un'applicazione simile per creare materiale tipicamente "social" in pochi clic partendo da contenuti già esistenti ma normalmente disposti in modo sparso nei social network.
Un esempio pratico: in questi giorni sto lavorando a un progetto per una multisala cinematografica. Immaginate cosa si possa fare in termini di contenuti aggregando i tweet degli utenti che rispondono alle call to action sui film tematici o che twittano mini-recensioni su specifiche proiezioni.

Ecco un esempio simpatico con la declinazione calcistica di titoli di film celebri.

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[TEST] Prove tecniche di Branch (embedded)

Oggi con il mio collega Paolo testiamo Branch, una nuova piattaforma per creare chat/forum di discussione online ed embeddarli con pochi click all'interno di blog e piattaforme proprietarie. Al primo utilizzo sembra tutto molto immediato, sia la creazione di una nuova discussione che l'invito o la richiesta di partecipazione per allargare il giro. La possibilità di condividere i vari interventi sul proprio account twitter (con tanto di citazioni e link) valorizza anche i contenuti delle discussioni. Assolutamente suggerito per chi sta pensando ad applicazioni occasionali all'interno di Community proprietarie già esistenti. Peccato manchi il re-posting su altri social network (facebook su tutti)

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[Olimpiadi] Le 10 infografiche da non perdere su Londra 2012

Agosto, caldo Agosto. Ferie, sole, mare, lavoro di soppiatto, qualche mail gestita dallo smartphone, zuppa di crostacei a pranzo e il pomeriggio frammenti di olimpiadi alla Tv per avere qualcosa in sottofondo. Per gli appassionati di statistiche e numeri (anche questi da tenere in sottofondo mentre cazzeggiate) ecco le 10 infografiche da non perdere su Londra 2012.


1. Olimpiadi e Social Media
Iniziamo con un confronto tra l'ultima edizione delle olimpiadi e l'attuale dal punto di  vista SOCIAL.


2. La storia
Per capire meglio di cosa parliamo quando parliamo di Olimpiadi. Atleti, sport, nazioni, medaglie, anni e paesi. La storia delle olimpiadi moderne concentrata in pochi centimetri.


 3. I costi
A proposito di storia. Ecco come sono aumentati i costi delle Olimpiadi di edizione in edizione

4. Il Buzz olimpico
Qui i temi più discussi attorno all'evento 


5. I Record Olimpici
I più medagliati, i più giovani, i più vecchi, i team invincibili... 


6. Gli Sponsor
perchè come ogni competizione con una platea mondiale gli investimenti pubblicitari fioccano. Ecco chi ha vinto quelli attorno agli sportivi britannici.


7. La torcia
Qualcuno ha pensato bene di fare un'infografica anche sui "check-in" del tour della torcia olimpica
8. I campi olimpici
Una mappa con le venue dei vari sport così siamo sicuri di non perderci

9. Le top App olimpioniche
Perchè se è vero che saranno le Olimpiadi più viste su dispositivi Mobile è importante scegliere la maniera migliore per restare aggiornati.
Top Apps for the London Summer Olympics
Via: Cheap Hotels



10. Un'analisi media della competizione
Come dove con chi e quali eventi stiamo guardando gli eventi di Londra 2012



(+1). TUTTI I NUMERI
Chiudo con un riassunto di tutti i numeri principali dei giochi olimpici. 

Bene adesso potete tornare al vostro caffè shakerato.
Buone Vacanze.

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[VACANZE] Ecco quello che sta succedendo negli uffici Italiani

Nelle ultime settimane sto cavalcando l'onda della mia petizione estiva: "due mesi di libertà dall'ufficio in cambio della copertura beach office delle principali mansioni". Molte le sottoscrizioni, tutti lavoratori dipendenti e nessun imprenditore, ma sappiamo che certi cambiamenti culturali vanno affrontati e supportati con pazienza.
Se il lavoro fosse ben diluito nel tempo e sopratutto nella stagione estiva eviteremmo reazioni e comportamenti di "evasione" dal lavoro tipica di alcuni settori.
Qualcosa tipo questa:



E' anche vero che, come dice qualcuno "meno lavori e meno vuoi lavorare" per cui la mia è una provocazione in cerca di dati scientifici a sostegno prima di divenire il cavallo di battaglia per la mia candidatura a ministro del lavoro.

Detto ciò spero che i fancazzisti di luglio che avevano tempo da perdere dietro un post del genere abbiano imparato qualche nuova tecnica di mimetizzazione.

Sono solidale con voi. "31 salva a tutti".

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[eCommerce] A giugno rallenta la spesa ma la vacanza parte dal web

Sono in clima vacanze, questo è certo ma resto anche sempre attento agli andamenti dell'e-commerce, ambito in cui prevedo si compirà la maggior parte del nostro lavoro consulenziale dei prossimi anni. Tra i dati e le variazioni di settore che cerco disperatamente da fonti varie ogni tanto me ne cascano altri tra le braccia.

Quelli comunicati oggi dall'osservatorio Acquisti Carta Si promosso da Netcomm parlano di un sostanziale rallentamento della crescita del canale di vendita online. Dopo la variazione in positivo della prima parte dell'anno i dati di Giugno 2012 sembrano assestarsi sui valori dell'anno precedente. 
Insomma l'e-commerce cresce, poi ci ripensa, poi forse... chissà..

Neanche a dirlo l'ago della bilancia si sposta in base al settore di maggior peso del paniere, quello di Viaggi e Trasporti che rispetto al mese precedente è in flessione. Minore il peso di comparti come l'abbigliamento, i beni per la casa e gli alimentari che restando relegati in fondo alla classifica dimostrano lo stadio di immaturità di questo canale di acquisto. Insomma se tutti quelli che possono essere definiti come beni di approvvigionamento quotidiano occupano una quota così marginale è chiaro che siamo d'avanti a un utilizzo ancora troppo raro dell'e-commerce da parte della maggioranza degli italiani. Su questo sarebbe interessante analizzare la ripartizione per settori di paesi come la Gran Bretagna culturalmente più avanti nell'approccio alla spesa sul web.


Chiudo tornando al tormentone vacanze perchè da altri dati, quelli dell'indice Human Highway, emergono alcune indicazioni sui comportamenti vacanzieri degli acquirenti online. L'89% di quelli attivi negli ultimi tre mesi andrà in vacanza e quattro quinti di loro (7,5 milioni) ammette di aver trovato online le informazioni per organizzare o anche prenotare vacanza e servizi specifici. 

I 12 milioni di navigatori mobile dichiarano come fondamentale durante la vacanza la possibilità di accedere alla posta elettronica (il 62,4%). A qualcuno (il 38,5%) viene anche in mente l'importanza delle mappe geografiche per evitare di perdersi in luoghi sconosciuti. Con la stessa logica la possibilità di accedere alle informazioni su orari di mezzi di trasporto vari, alberghi e punti di ristorazione. Da tenere sotto controllo anche le notizie di attualità e il proprio conto in banca (le spese extra sono all'ordine del.. "gadget"). Non dimentichiamo infine quanto sia importante poter caricare le foto della propria vacanza online per poter far schiattare di invidia in tempo reale gli amici che sono rimasti a casa.